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ANAC, Parere

Piattaforma telematica non funzionante, il candidato non può essere escluso dalla gara d’appalto

Il divieto di esclusione

Non può essere escluso dalla gara un concorrente che ha caricato la documentazione dell’appalto sulla piattaforma telematica entro la scadenza del termine, ma non è riuscito a finalizzare l’invio a causa di un malfunzionamento del sistema, imputabile al gestore. In questo caso è doverosa la riapertura dei termini per la presentazione delle offerte.

Lo ha stabilito l’Autorità Nazionale Anticorruzione nel parere di precontenzioso n.538 del 16 novembre 2022 richiesto dalla società Voto Group srl esclusa dall’Accordo quadro con l’Agenzia del Demanio per l’affidamento di interventi di recupero di immobili di proprietà dello Stato nel territorio di competenza della Direzione Regionale Campania (Importo a base di gara: 12.600.000 euro).

Il caso

La società si è rivolta ad Anac lamentando l’impossibilità di partecipare alla gara a causa del malfunzionamento della Piattaforma telematica e il rifiuto delle Stazioni appaltanti a riaprire i termini per la presentazione delle offerte.

La società ha spiegato di aver ripetutamente tentato di accedere al sistema (Acquistinretepa) e di caricare la propria offerta nei giorni precedenti la scadenza dei termini ma che al momento dell’upload il portale restituiva il messaggio di errore “Servizio momentaneamente non disponibile, riprova più tardi”. L’impresa ha assicurato di aver tempestivamente segnalato l’errore allegando, a comprova, gli screenshot di blocco di sistema.

Le Stazioni appaltanti Agenzia del Demanio – Direzione regionale Campania tuttavia hanno rifiutato la riapertura dei termini, in quanto non risultavano registrati malfunzionamenti nelle date e negli orari indicati dall’impresa e infatti diversi operatori economici erano riusciti a caricare la propria offerta. Secondo le stazioni appaltanti inoltre l’operatore economico non era stato adeguatamente diligente. Voto Group S.r.l., avrebbe, infatti, segnalato il malfunzionamento il 13 luglio utilizzando un canale diverso da quello indicato per le richieste di supporto tecnico e avrebbe inviato le pec di segnalazione dei malfunzionamenti solo pochissimi minuti prima della scadenza dei termini per la presentazione delle offerte.

Il parere di Anac

Anac invece dà ragione alla società esclusa: dall’esame del cosiddetto file log trasmesso da Consip risulta infatti che l’impresa ha effettuato diversi accessi alla piattaforma telematica sia il 15 luglio, termine ultimo per caricare l’offerta, sia nei giorni precedenti. Quindi il comportamento della società esclusa risulta, secondo l’Autorità, “ispirato al canone della diligenza professionale”. Inoltre, dalla relazione trasmessa da Consip, emerge che il malfunzionamento c’è stato: è stato confermato dal Contact center di Acquistinrete in una e-mail di risposta all’Agenzia del demanio inviata soltanto il 2 agosto, ovvero 15 giorni dopo la scadenza della gara, proprio per verificare il malfunzionamento lamentato dall’operatore economico che chiedeva la riammissione alla gara.

Secondo l’Autorità “non è conforme ai principi di tempestività e correttezza del Codice dei contratti pubblici” l’operato delle Stazioni appaltanti che hanno atteso più di 15 giorni prima di contattare il Gestore del Sistema per avere riscontro sull’esistenza del malfunzionamento segnalato dall’impresa e, nonostante la conferma, da parte del Customer Care, del malfunzionamento temporaneo nel servizio di upload dei documenti di partecipazione, non hanno riaperto i termini della gara.

Quindi non è conforme alla normativa di settore e ai principi elaborati dalla giurisprudenza e dall’Autorità, il rigetto della richiesta avanzata dall’istante di riapertura dei termini per la presentazione delle offerte.

A cura di Pier Paolo Bignami – Arug (fonte: ANAC)

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